Nadia Simonato

Shiatsu: la poesia del tocco e l’importanza del con-tatto

In questi giorni, mi sono ritrovata  a rileggere un articolo che avevo  pubblicato qualche  anno fa sull’importanza del contatto/tatto per la salute psicofisica e su come lo Shiatsu si basi sul senso del tatto.
Mi sono sorte una serie di domande e considerazione rispetto al periodo che attualmente stiamo vivendo! Ci troviamo a dover mantenere un “distanziamento di almeno un metro”,  il contatto è  bandito dal nostro quotidiano per difenderci, ma  lo stesso “contatto” che rappresenta un pericolo  di contagio, contiene in se stesso la cura, la protezione per salvaguardare la nostra salute psicofisica. Tutto questo sta segnando la nostra vita da oramai circa 20 mesi!! Se inizialmente, settimana dopo settimana tutto sembrava potersi chiudere a breve,  ora questo stress prolungato genera ripercussioni sulla nostra salute psicofisica a vari livelli e in  tutte le fasce di età. Per i più giovani, un periodo di questo tipo copre una larga fetta dello loro vita, per i meno giovani alimenta paure e solitudine, crea difficoltà di vario genere nel lavoro, nella vita privata, in famiglia…..
Ecco che, proprio perché stiamo attraversando un momento particolarmente difficile, il poter  agire e nutrire un “sano contatto”  acquisisce ancor maggior valore e importanza.
Un’occasione   per  educarci al CON-TATTO è anche il  rapporto di cura tra professionista e cliente, come  nel caso di un percorso con lo SHIATSU.
La pratica dello Shiatsu, che si basa sul tatto,  nasce da antiche tradizioni che in primis venivano  acquisite e praticate in famiglia. La forza di comunicazione, scambio e condivisone che  nascono  dalla sua pratica possono  essere  strumento di trasformazione e sostegno  importanti.
Una “sana comunicazione non verbale” applicata attraverso un tocco rispettoso/attento/gentile ci può aiutare a superare anche divergenze e contrarietà, aiutare a cogliere altri modi diversi di vedere/sentire la realtà e poter lasciare spazio alla diversità.
Il tatto
Come ognuno di noi ben ricorda ancora dai primi anni scolastici, abbiamo 5 sensi fisici, 4 dei quali sono concentrati sulla testa (vista, udito, olfatto e il gusto) , solo il quinto: il tatto si estende per tutta la superficie del corpo. Organo del tatto è la pelle, è perciò l’organo più grande del nostro corpo.
Essa è in continua crescita e rinnovamento verso l’esterno. Si disfa quotidianamente del primo strato superficiale e si rinnova completamente in un periodo di 30 giorni. Il nostro corpo in movimento disperde continuamente particelle cutanee morte, possiamo dire che siamo in qualche modo delle comete sciamanti.
Le principali funzioni della nostra pelle sono di:  comunicazione,  difesa,  eliminazione di tossine, in una parola possiamo di dire di “scambio”.
La pelle è un organo complesso e affascinante, e uno dei primi a svilupparsi.
Secondo la “embriologia”, la scienza che studia lo sviluppo embrionale, una funzione che si sviluppa precocemente è molto probabile che si tratti di una funzione essenziale per la vita dell’organismo.
La pelle ha origine dal più esterno dei tre foglietti embrionali: (l’ectodema) dal quale si formano il sistema nervoso e tutti i tessuti degli organi di senso.
La pelle è il nostro più antico mezzo di comunicazione, fin dai primi momenti di vita ( non solo dopo la nascita, ma anche nella fase intra uterina) riceviamo attraverso la pelle le informazioni che saranno poi basilari per il nostro benessere psicofisico e per un armonico sviluppo del nostro potenziale.

L’importanza della stimolazione tattile nel neonato è stata ampiamente studiata e dimostrata anche scientificamente, tanto che in molti ospedali ora si permette e si incoraggia nei casi di bimbi nati prematuri, anche durante la delicata fase di permanenza nell’incubatrice, la presenza e il contatto tattile sia da parte dei genitori, sia da operatori specializzati.
Io stessa, con altri colleghi della Scuola Internazionale abbiamo collaborato presso il reparto di Patologia Neonatale dell’Ospedale di Padova e  con il Reparto di Terapia Intensiva, sempre della Pediatria dell’Ospedale di Padova, in un progetto antidolore per aiutare attraverso il contatto la produzione naturale di endorfine e permettere così di ridurre la quantità di farmaci che i piccoli pazienti sono costretti ad assumere per sopportare le sensazioni dolorose.

Visione somo-psichica
Da molto tempo la medicina psicosomatica ha dimostrato che quanto succede nelle mente può rivelarsi in svariati modi nella pelle (Visione psicosomatica).
Ma solo più recentemente (negli ultimi 50 anni) interessanti studi condotti in particolare dallo studioso Ashley Montagu hanno invece brillantemente dimostrato come le esperienze di tipo cutaneo influenzino lo sviluppo comportamentale dell’uomo, (visone somopsichica) in particolare come la carenza o mancanza di comunicazione tattile creino squilibri e disagi profondi e abbia un’incidenza decisiva nello sviluppo dei rapporti emotivi e affettivi. Contatto e amore sono strettamente connessi, in altre parole si impara ad amare non perchè ce lo insegnano ma per il fatto di essere amati.
Il bisogno di contatto non si limita perciò  ai primi anni di vita, ma se pur in minor misura permane e influenza in modo importante la nostra capacità di percezione di noi stessi, le nostre emozioni, il nostro equilibrio psicofisico.
Anche da adulti, se pur in misura minore, continuiamo ad essere influenzati dal tocco delle persone attorno a noi, un abbraccio, una semplice stretta di mano, possono far riaffiorare contenuti del nostro inconscio, ma anche apportare nuove modalità di comunicazione che possono nutrire bisogni profondi.
La visione psicosomatica e di quella somopsichica si integrano a vicenda.
Il tatto crea sensazioni e stimola il sistema nervoso, stimola la produzione di endorfine e senso di benessere.
Visione orientale
Tutte queste ricerche e sperimentazioni vanno a confermare realtà ben assodate in antiche tradizioni e culture del passato. Per esempio la Medicina Tradizionale Cinese, circa 5.000 anni fa, aveva già una visione così ampia dell’importanza della comunicazione tattile, e come la pelle sia collegata alle funzioni escretorie dell’intestino e a quelle respiratorie dimostrate appunto con gli esperimenti eseguiti sugli animali.
Su questa antica tradizione si fondano le basi dello Shiatsu, che poi si diffonde in Giappone e da qui nel resto del mondo in tempi recenti grosso modo negli ultimi 100 anni.
Salutogenesi
Possiamo dire che lo shiatsu si basa su una visione SALUTOGENETICA, focalizzata sulla continuum di cura e di salute, dove la relazione con l’ambiente circostante ha molta importanza. Lo Shiatsu non si limita a contrastare patologie e disagi, anche se spesso è proprio da questi stimoli che una persona decide di approcciarsi a questa Antica Arte per la Salute. Un percorso di cura con lo shiatsu vede la persona protagonista e artefice dei suoi cambiamenti, delle sue prese di consapevolezza………

Contatto è soprattutto scambio, dove i ruoli “attivo e passivo” si fondono uno nell’altro, è più un riscoprire capacità innate sepolte dentro di noi, che un imparare qualcosa di nuovo,  recuperare resilienza per affrontare i cambiamenti e le prove che il quotidiano ci porta.

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7 Commenti

  1. Valter Vico

    L’ha ribloggato su ViVa Shiatsu, lo Shiatsu a Torino.

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  2. shiatsunaet

    L’ha ribloggato su Shiatsunaet's Blog.

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  3. Riccardo

    Articolo veramente interessante, c’è assolutamente bisogno di con-tatto

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  4. Sabrina

    Cara Nadia questo scritto ti fa sentire l’allegria e il piacere di quando sei abbracciato e ti lascia la voglia di un percorso shiatsu per ritrovare quelle energie primordiali dentro di te. GRAZIE 😘

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    1. Nadia Simonato (Autore Post)

      grazie a te per il tuo commento un caro saluto

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  5. Stefania

    Cara Nadia, a leggerti mi sono sentita come coccolata da mani con movimenti sicuri e sapienti ma delicati.
    C’è tanto bisogno di con-tatto, quasi liberatorio, ora più che mai!

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  6. Emili

    Molto bello e interessante. Da condividere assolutamente. Grazie Nadia

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